“Lo spirito Olimpico è il simbolo più importante di pace in questo mondo che vede tanti conflitti e tante vittime. Lo spirito Olimpico consente alle persone di tutto il mondo di stare insieme, di rispettarsi a vicenda, di osservare i temi della tolleranza e della comprensione reciproca. Questi rendono possibili gli elementi fondamentali della pace.” Antonio Guterres
A pochi giorni dall’inizio dei Giochi Olimpici di Parigi 2024 è ormai palese che nessuno tra i Paesi in guerra fermerà le sue ostilità e rispetterà quella che viene definita “tregua olimpica”.
Un lasciapassare più che una tregua
La tregua olimpica ha origine nella Grecia antica, dove la guerra era perenne. Durante questa tregua gli atleti, gli artisti e le loro famiglie, così come i semplici viandanti, potevano viaggiare in tutta sicurezza per partecipare o assistere ai Giochi olimpici per poi tornare nel proprio Paese.
“Si tratta di un lasciapassare più che di un cessate il fuoco o di una tregua nel senso che attribuiamo oggi a questi termini”, spiega Patrick Clastres, professore di storia all’Università di Losanna.
La tregua di Samaranch e la nascita della “bandiera neutrale”
All’inizio degli anni Novanta, il Movimento olimpico non è al massimo della sua forma. I boicottaggi, statunitensi e poi russi, si susseguono. Nel 1992, in piena guerra nell’ex Jugoslavia, l’ONU proibisce ad atlete e atleti della Serbia e del Montenegro di partecipare alle competizioni sportive internazionali e dunque alle Olimpiadi di Barcellona.
Juan Antonio Samaranch, presidente del CIO, “capisce il pericolo per i ‘suoi’ Giochi olimpici” e in stretta collaborazione con le Nazioni Unite, inventa quindi la bandiera neutrale sotto cui potranno gareggiare sportive e sportivi serbi e montenegrini.
Il simbolismo dei cinque cerchi su sfondo bianco
Durante la Conferenza della Sorbona del 1892, tappa fondatrice dei Giochi olimpici moderni, Pierre de Coubertin, che sarebbe diventato il secondo presidente del CIO (1896-1925), si batte per la pace tramite lo sport.
Nonostante i sogni di Pace di de Coubertin, le preoccupazioni geopolitiche e anche militari offuscano però il pacifismo sportivo sin dai primi Giochi del 1896. Non c’è spazio per la tregua olimpica nel corso delle guerre mondiali del XX secolo. De Coubertin muore nel 1937 senza veder realizzato il suo sogno. Ha lasciato a tutti noi un segno di questa sua speranza: i cinque cerchi, simbolo dei cinque continenti, su uno sfondo bianco che rappresenta appunto la tregua.
E a Parigi cosa accadrà?
Nel pieno di due grandi conflitti – in Ucraina e in Medio Oriente – e con altre guerre nel mondo, stavolta più che mai la colomba col rametto d’ulivo rischia di finire come un pollo allo spiedo.
Eppure la risoluzione per la tregua olimpica a Parigi 2024 esiste ed è stata adottata, lo scorso 21 novembre, dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con una schiacciante maggioranza di 118 voti favorevoli e 2 sole astensioni: la Siria e la Russia. Anche la Bielorussia ha votato a favore della tregua olimpica.
Nonostante le speranze del CIO e degli organizzatori (leggi qui per saperne di più) siamo ormai convinti che nulla cambierà. Le Olimpiadi non hanno mai fermato le guerre, ma sono state invece le guerre, nel 1916 e nel 1940 e 1944, a fermare le Olimpiadi.